A quale corrente socialista appartieni?

Questo quiz cerca di orientare chi lo fa verso un risultato il più possibile esatto tra quelle che sono comunemente riconosciute come correnti del socialismo.

Ovviamente le correnti non sono tutte, mancano in tanti all'appello, ma ho preferito semplificare un po'. Alcune sembrano un po' insolite, tipo anarchismo e guevarismo che spesso vengono inglobate da altre correnti.

Created by: Mimmi

Nell'odierna situazione, cosa ti senti maggiormente tra queste opzioni?
- Riformista
- Rivoluzionario
Chi organizza l'economia e pianifica la produzione e la distribuzione?
- Lo stato monopartitico deve gestire l'economia per i bisogni del popolo e per arricchire la nazione.
- I privati, sottostando a tutta una serie di limiti e regolamentazioni impartite da stato e sindacati, devono essere liberi di organizzare la propria produzione anche se questo vuol dire assenza di pianificazione.
- La produzione deve essere pianificata e la pianificazione deve essere decentralizzata e data in mano ai lavoratori, ma sempre in strettissimo rapporto con l'apparato statale che può intervenire nella pianificazione e stabilire limitazioni.
- Lavoratori liberamente associati devono gestire e pianificare la propria produzione e distribuzione secondo la massima "da ognuno secondo le proprie necessità, a ognuno secondo i propri bisogni”.
- La comunità deve democraticamente gestire la produzione, senza limitazioni e senza l'obbligo di pianificare.
Chi possiede i mezzi e li strumenti di produzione?
- La nuova società libera e anarchica deve possedere i mezzi di produzione, e dunque così abolire la proprietà privata e lo sfruttamento.
- Dobbiamo creare un economia a metà tra proprietà statale, gestita dallo stato, e proprietà privata o, talvolta, autogestita. Un economia mista dove la parte statale ha la parte più grossa.
- Devono essere proprietà di tutti i lavoratori della comunità, e essendo lo stato uno strumento temporaneo dei lavoratori deve essere contemporaneamente anche proprietà statale. Ma l'organizzazione di essi spetta e resta ai lavoratori.
- I lavoratori associati devono possedere i loro mezzi di produzione dove lavorano, non lo stato, non un padrone privato ne l'astratta società.
- Lo stato socialista deve possedere la totalità dei mezzi di produzione nazionali per estinguere il capitalismo e la disuguaglianza.
Chi detiene il potere?
- Il Partito, strumento del popolo, tramite l'apparato statale.
- Non esistono poteri buoni oltre a quello popolare, perciò ognuno avrà esattamente lo stesso potere di chiunque altro e lo farà valere all'interno di una concreta democrazia diretta del popolo.
- Lo stato socialista alleato con gli organi di governo operaio, detiene il potere politico.
- I lavoratori uniti in assemblee democratiche nei posti di lavoro, insieme alle assemblee dei quartieri e delle città, e a quelle delle scuole. Un potere decentralizzato fondato sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione.
- Lo stato democratico e le sue istituzioni, dal parlamento al consiglio dei ministri, passando per tutte le forme di rappresentanza democraticamente elette.
- Un unico uomo, leader e capo carismatico, rappresentante e simbolo dello stato socialista, del partito e del popolo.
Come viene fatta e come deve essere la rivoluzione?
- Il popolo deve fare la rivoluzione e la sua avanguardia sarà interna alla massa, essa non deve assolutamente cercare di prendere il potere borghese per la via parlamentare e riformista, ma deve usare lo strumento della riforma per costruire le condizioni legali per preparare bene la rivoluzione. Il popolo non deve essere guidato perché "l'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi".
- Un partito di rivoluzionari di professione, pochi arditi illuminati e coscienziosi, devono mobilitare il popolo e prendere il potere per il bene del popolo stesso.
- Il popolo deve fare la rivoluzione, chi con le armi in montagna e chi a lottare in città, ma il popolo si unirà davvero alla lotta rivoluzionaria solo grazie al esempio di un focolaio di guerriglieri, di estrazione popolare, che diano l'esempio.
- La rivoluzione, a meno che non si intenda una rivoluzione politica o istituzionale, non è affatto necessaria. Infatti, escludendo casi estremi, il potere va preso legalmente per via parlamentare giocando lealmente secondo le regole repubblicane.
- Gruppi spontanei di rivoluzionari devono minare il potere e contemporaneamente fare massima propaganda. Così il popolo insorgerà contro i potenti e i ricchi.
Cos'è, per te, la democrazia?
- Un modello fallimentare, figlio del potere borghese, che da false speranze ai più creduloni tra i sedicenti socialisti.
- Democrazia deriva dal greco e significa potere del popolo. Noi pensiamo che l'anarchia sia la democrazia presa sul serio! Niente a che vedere con la falsa democrazia oggi applicata.
- La democrazia, che è il governo del popolo, può esistere realmente solo se fondata su un concreto potere economico-politico del popolo che stia sopra ogni altro potere. Ovvero una democrazia fondata sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione, così che i lavoratori insieme al resto del popolo abbiano il potere.
- Un illusione derivata dal pensiero illuminista e borghese, soprattutto se parliamo della democrazia parlamentare e rappresentativa. Il vero potere esce dalla canna del fucile, e il nostro potere popolare deve trovare la sua espressione nello stato socialista.
- La democrazia è necessaria per costruire il socialismo, ma una democrazia diversa! Una democrazia dal basso portata in ogni ramo sociale dove il popolo stia al centro. Una democrazia che poi si esprime con gli organi di governo dei lavoratori in stretto rapporto con lo stato che protegge la rivoluzione e che un giorno sparirà.
- La democrazia è il valore più importante! Grazie alla democrazia rappresentativa il nostro partito può pacificamente confrontarsi con altri e anche prendere legalmente il potere grazie al sistema di votazione che da voce al popolo!
La nuova società non può tollerare opposizioni, minoranze, altri partiti, contestazioni ecc. Dobbiamo tenere il pugno di ferro contro i nostri avversari e punirli senza pietà!
- Assolutamente d'accordo!
- D'accordo, ma solo in parte...
- No non sono molto d'accordo.
- Assolutamente no! Non sono d'accordo.
La nostra rivoluzione deve essere...
- Popolare e armata. Tutto il popolo deve combattere unito contro il capitalismo, sia in città che con la guerriglia in montagna.
- Culturale e radicale, cioè irreversibile, ma non per questo violenta. La violenza della rivoluzione sarà determinata dalle condizioni in cui avverrà, ma sicuramente la nostra sarà una rivoluzione popolare per il potere.
- Rapida, con la partecipazione del popolo, relativamente violenta ma non guerrigliera e non necessariamente armata, potrebbe persino essere pacifica. Una rivoluzione spontanea contro i poteri forti.
- Non è necessaria. L'unico cambiamento sarà istituzionale e riformista.
- Una rivoluzione socialista, fatta dal popolo glorioso guidato dal partito rivoluzionario, una rivoluzione che punti direttamente al potere centrale.
La terra è di chi la lavora!
- Esatto! Sono assolutamente d'accordo.
- Sono d'accordo, ma dipende.
- Non sono molto d'accordo, no.
- Assolutamente no!
Il sistema capitalista si basa sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, ma per Marx proprietà privata significa anche proprietà statale. Quindi la soluzione non è statalizzare tutto.
- Esattamente, il capitalismo può essere sia liberale che statalista. Per questo, ad esempio, l'Unione Sovietica fu un capitalismo di stato.
- Non proprio. È vero finché lo stato resta il braccio armato della classe dominante, ma quando diviene espressione del proletariato esso, con la statalizzazione, inizia a eliminare il capitalismo. Ovviamente poi, nel comunismo finale, lo stato si estingue.
- Lo stato va abolito. Dunque si esclude anche che possa possedere i mezzi di produzione o altro, e che esso sia o meno socialismo.
- No non sono d'accordo. Sono le solite convinzioni revisioniste, l'Unione Sovietica ebbe tanti difetti ma resta socialista sempre.
- Assolutamente no, non ha senso.
Cosa pensi del omosessualità?
- Penso che sia un comportamento un po' innaturale, ma non sarò certo io a condannarlo o a punirlo.
- È una cosa naturale, e sostengo tutti i diritti delle minoranze sessuali ad oltranza!
- Una brutta malattia, chi ne soffre andrebbe rieducato.
- Sostengo tutti i diritti delle minoranze sessuali e non ho assolutamente niente contro l'omosessualità, ma oggi in generale le lotte lgbt finiscono spesso a fare il gioco del capitalismo. Andrebbero inserite in una lotta anti-capitalista.
- Non esiste, è solo una moda borghese che scomparirà naturalmente nel socialismo.
- Non ci trovo nulla di male. Anche se forse è un po' ridicolo come cosa. L'importante è che ognuno possa essere se stesso.
Il potere deve essere il più possibile democratico e decentralizzato
- Completamente d'accordo.
- Sì ma mantenendo un potere centrale in ogni caso.
- No, il potere deve essere forte e centralizzato.
- Democratico? Assolutamente no, la democrazia è un illusione borghese, ci vuole un potere forte!
- Più o meno. Il potere deve essere centrale ma eletto democraticamente.
Marx ha avuto un primo periodo giovanile che era utopista, filosofico, libertario e ancora legato a Hegel. E poi un periodo maturo in cui divenne finalmente scientifico, materialista e realista.
- È vero, ma è stata un evoluzione necessaria e della quale noi prendiamo la seconda parte.
- Assolutamente sì. Noi riconosciamo solo il Marx maturo e scientifico, maestro del socialismo.
- No, gli ideali di libertà, uguaglianza e lotta attraversano tutta la vita di Karl Marx. E Hegel, per quanto superato, resta fondamentale in Marx.
- Non ha importanza: l'analisi marxista non è comunque perfetta.
Le comunità indigene, rurali, semi-primitive; devono essere rispettate nella loro dignità e integrità, non sono inferiori a noi. Ma soprattutto dobbiamo impegnarci a non distruggere i loro luoghi.
- Assolutamente d'accordo, oggi l'omologazione della globalizzazione capitalista minaccia la dignità e la cultura.
- Ovvio che vanno rispettati, ma speriamo comunque in un loro progressivo avvicinamento alla modernità.
- No. Vanno civilizzati, senza usare la violenza, semplicemente integrati nella modernità.
- Potrebbero essere un serio pericolo per il socialismo.
- Forse dovremmo un po' tutti tornare a vivere come gli indigeni.
La rivoluzione è questione nazionale o internazionale?
- Per quel che mi riguarda non credo al concetto di nazione o patria, in questo senso sono cosmopolita e credo in una rivoluzione globale.
- Nazionale. Il socialismo può funzionare in un solo paese, questo non significa che non aiuteremo altre rivoluzioni.
- Il capitalismo non ha patria, il popolo sì anche se è un patriottismo molto più profondo e romantico di quello borghese. Dunque bisogna lottare per la propria patria ma contemporaneamente essere internazionalisti e essere disposti a morire anche per una rivoluzione lontana.
- Assolutamente nazionale. Il socialismo deve conciliarsi con un sano nazionalismo. Dobbiamo pensare a casa nostra.
- Internazionale. La rivoluzione deve essere globale e permanente, ciò non significa eliminare il patriottismo.
- Noi, democraticamente e legalmente, per ora ci occupiamo del nostro bel paese. Un domani aiuteremo altri.
Sono importanti politiche ecologiche radicali e serie, legate a un fondamento anti-capitalista.
- Esatto, sono assolutamente d'accordo. L'ecologismo è importantissimo.
- Sì, è vero e sono d'accordo, anche se resta sempre un tema secondario.
- L'ecologismo non ha niente a che vedere col capitslismo o col socialismo, va portato avanti e basta.
- È una lotta tipicamente di destra quella ambientalista, il socialismo punta al progresso!
- Ogni democrazia deve, almeno in parte, occuparsi del problema ambientale per questo dobbiamo fare passare le nostre riforme.
Cosa ne pensi della giustizia?
- Dovrebbe servire innanzitutto a riabilitare i condannati per poterli reinserire nella società come uomini nuovi.
- La nuova società deve tenere il pugno di ferro coi criminali, perché essi hanno violato le leggi e dunque le contestano, le leggi del socialismo.
- Senza cadere in un disumano autoritarismo dobbiamo comunque dare un carattere punitivo alla giustizia, oltre che educativo.
- Nella futura società anarchica non ci saranno prigioni ma centri di rieducazione.
- Deve riabilitare, e il modo migliore è fargli fare cose utili alla società civile.
Il lavoro salariato è sfruttamento dell'uomo sull'uomo!
- Assolutamente sì!
- Fino a un certo punto
- Assolutamente no!
- No, non quando il salariato è un lavoratore dello stato socialista.
Il giacobinismo è una malattia insita in molte correnti dette socialiste, comuniste o anarchiche.
- È vero ed è una delle cause dello stalinismo.
- Sì, ma esso è un pregio non un difetto.
- Se ad esso è connessa una lotta puramente anarchica, non è un difetto ma quasi un punto di forza.
- È vero, ma questo non va contro l'idea di avanguardia rivoluzionaria.
- È la malattia di tutti i comunismo, solo mantenendo posizione più moderate e riformiste saremo migliori.
La fase di transizione, la dittatura del proletariato, è necessaria. Nonostante ciò deve essere un periodo breve e non autoritario, dove semplicemente il popolo si serve dello stato per difendere la rivoluzione e finire di abbattere il capitalismo creando le condizioni per far nascere il socialismo.
- Esattamente, infatti il termine dittatura in Marx ha un significato diverso, opposto a quello di tirannide.
- No! Finirebbe inevitabilmente in una spietata tirannide.
- No, dobbiamo proseguire sulla via parlamentare e democratica.
- Sì certo che è necessaria, ma la sua durata non può essere stabilita e possono essere necessarie azioni autoritarie.
- No. La dittatura del proletariato non ha breve termine, e è per sua natura autoritaria. Ma questo è un pregio, non un problema.
- Ovviamente serve una fase di transizione, ma deve essere una società dove sia possibile sviluppare la società anarchica finale. Dobbiamo essere gradualisti. Ma niente dittature.

A quale corrente socialista appartieni?

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